Locanda Malatesta a Montescudo (RN)

Data: 24 Novembre 2018

Premessa

 

La scorsa estate (Luglio 2018), un membro della Crew di hesperya, Mattia, ha trascorso qualche giorno di vacanza nella splendida location della Locanda Malatesta, a Montescudo (Rimini). Qui, il proprietario, Riccardo Lanzafame, ha illustrato a Mattia non solo la storia e le vicende storiche che hanno coinvolto nei secoli l'antica Rocca Malatestiana, ora adibita a locanda, ma gli ha anche raccontato dell'affascinante leggenda di Concordia Malatesta, giovanissima e sfortunata figlia di Francesca Da Polenta, morta in circostanze misteriose, proprio in un punto ben preciso del giardino dell'attuale Hotel: secondo la leggenda, infatti, Concordia si sarebbe suicidata gettandosi dal muro di cinta della rocca, e i resti di queste mura originali sono ancora ben visibili nel cortile della locanda.
Il fantasma di Concordia vagherebbe, dunque, inquieto e senza pace, tra le stanze della struttura e il giardino, provocando diversi fenomeni paranormali, avvertiti non solo dallo stesso proprietario e dal suo Staff, ma anche dagli ospiti della locanda. Molti che hanno soggiornato nella locanda hanno raccontato di aver provato sensazione di essere osservati; di aver udito passi, rumori di qualcuno che camminava o bussava alla porta, soprattutto di notte, nei corridoi; nella Stanza 204 della Dependance, sia il personale che gli ospiti, hanno avvertito sensazioni di disagio, rottura improvvisa o caduta di oggetti/arredi e impossibilità ad eseguire lavori di ristrutturazione. Infine, fatto curioso, la maggior parte di coloro che entrano nella locanda, anziché dirigersi verso l'ingresso dell'hotel, frontale al cancello, si dirige sempre verso il giardino, sulla destra, dove si trova il muro di cinta da cui si sarebbe suicidata Concordia, come se si venisse inconsapevolmente attratti verso quel punto preciso.
Inoltre sull'Hotel, aleggerebbe una sorta di maledizione che porterebbe al fallimento chiunque provi a prendere in gestione la struttura: si sono infatti verificati ben cinque fallimenti, nel giro di pochi mesi o anni, di tutti i precedenti gestori della Locanda fino a Riccardo, che è il suo ultimo proprietario. E ci sarebbe anche un particolare legame tra il numero 17 e la Locanda. Il 17, infatti, sembra ricorrere in tutte le cose legate all'ex Rocca, a cominciare dal numero civico a cui si trova l'hotel, il 17, per poi proseguire con il giorno in cui a Riccardo è stato proposto di rilevare la locanda, il 17 dicembre, fino alla firma del contratto, il 17 maggio alle 17:50. E ancora, nella sala dell'hotel, ci sono 17 tavoli (quando Riccardo ha provato ad aggiungerne altri all'esterno, oltre ai 17 interni, il lavoro è improvvisamente calato, come se non dovesse discostarsi da quella cifra, il 17). Infine, il 17 agosto, è uscito un articolo su un quotidiano locale inerente la locanda e la leggenda di Concordia.
E così, affascinata e incuriosita dalla storia di Concordia Malatesta, hesperya, nel mese di novembre 2018, ha deciso d'indagare.

Storia di Montescudo

 

La Locanda Malatesta si trova a Montescudo, un borgo medievale situato nella parte media della Valconca, ai confini della Signoria dei Malatesta verso la Repubblica di San Marino e verso il Montefeltro. Il borgo si trova su un crinale che divide la piana riminese dalla via che conduce verso i primi monti dell’Appennino, dominati in questa zona dal Monte Carpegna. Ne deriva, dunque, che Montescudo è stato un punto assolutamente strategico per il controllo del territorio, e ad oggi è ancora un punto strategico e privilegiato per conoscere le parti più interne della Signoria Malatestiana, quelle forse più nascoste.
Le origini del paese non sono ben chiare, si pensa ai Celti, o agli Etruschi, perchè in una località periferica del paese, Monte Godio, fu trovata una statua in argilla, alta circa 1 metro, che probabilmente rappresentava una divinità etrusca. Mentre da alcuni scavi condotti nel 1874, in prossimità della Chiesa di S. Biagio e S. Simeone, furono ritrovati i resti di scheletri giganti e parte di colonne e tombe romane. Montescudo, ai tempi dell'Imperatore Augusto, fu utilizzata anche come stazione militare adibita al cambio dei cavalli per i corrieri che da Rimini andavano a Roma. Dopo le terribili devastazioni delle invasioni barbariche, Montescudo fu nei secoli oggetto di contesa tra i Malatesta e i Montefeltro per conservare il dominio di quello che era considerato un punto strategico nella lotta fra i due Casati. In particolare per i Malatesta, Montescudo aveva una fondamentale funzione nel loro sistema difensivo, perchè il confinante Casato nemico dei Montefeltro aveva costellato tutte le colline vicine di torri e fortezze potenti.

E così, Sigismondo Pandolfo Malatesta, nel 1460, fece costruire a Montescudo una robusta Rocca, a scudo della città di Rimini (e questo richiama ulteriormente la funzione difensiva contenuta nel nome dell'antico borgo), come testimonia una lapide posta sul bastione meridionale. Proprio risalente a quest'epoca, appartiene anche una straordinaria testimonianza: durante i lavori di restauro della parte orientale delle mura di cinta (avvenuti il 31 maggio del 1954), è stata ritrovata un'anfora contenente 22 medaglie che rappresentavano il Tempio Malatestiano di Rimini e Sigismondo Pandolfo.
Oggi, il centro storico di Montescudo, conserva ancora una massiccia cinta muraria, la Torre Civica risalente al 1300, una straordinaria e singolare ghiacciaia, i camminamenti, i passaggi segreti che dalla torre di vedetta lato mare portano alla rocca, il pozzo, la ripida scalinata e il grande ed intatto braciere.

Storia della Locanda e di Concordia Malatesta

 

È Riccardo, coadiuvato da un amico che conosce molto bene la storia del luogo, a raccontarci le vicende della Locanda.
La Locanda Malatesta sorge sulle vecchie mura malatestiane e fa parte dei Cinque Castelli della   Valconca, appartenuti alla famiglia Malatesta. Nel 1927 ci fu un terremoto che fece crollare l'antico Castello, che fu in seguito ricostruito velocemente, ma non più interamente. In questo Castello la famiglia Malatesta era solita trascorrere la propria villeggiatura. La Rocca era gestita quasi totalmente dai Saraceni ed è a questo punto che la vicenda di Concordia Malatesta s'intreccia indissolubilmente alla storia del Castello: secondo la leggenda, infatti, Paolo e Francesca (Paolo Malatesta, il cui fratello Gianciotto sposò Francesca Da Polenta, appartenente ad una nobile famiglia di Ravenna), i celebri amanti eternati da Dante nel Canto V dell'Inferno (vv.82-138), ebbero una figlia illegittima, Concordia (secondo le fonti storiche, invece, Concordia era la legittima figlia del marito Gianciotto), di cui nessuno sapeva, che venne segregata nel Castello di Montescudo.
A mano a mano che il tempo passava, la ragazzina cresceva, fino a che un giorno, arrivata all'età di 13-14 anni circa, s'innamorò di uno dei Saraceni che gestivano la Rocca. I famigliari di Concordia però, avvisati da qualcuno, vennero a sapere di questo amore e così mandarono subito dei loro uomini di fiducia a prelevare la giovane. Concordia, disperata, per non poter vivere il proprio amore e per la sorte che le sarebbe toccata, decise di suicidarsi gettandosi dalle mura del Castello.
La figura di Concordia, però, resta avvolta nel mistero, perchè nelle fonti storiche non c'è traccia di lei, se non una semplice menzione come figlia di Francesca e Gianciotto Malatesta, che prese il nome dalla nonna paterna e a cui, Malatesta da Verrucchio, nel suo testamento, il 18 febbraio del 1311, destina alla nipote Concordia 100 Lire ravvennati, ammonendola, insieme alle sorellastre e fratellastri, di risolvere pacificamente ogni eventuale vertenza relativa alla dote della madre Francesca. Nulla si sa della sua vita e della sua morte, forse volutamente lasciate avvolte nell'oblio dagli storici, per cancellare la "macchia" della sua nascita illegittima e frutto di uno scandalo amoroso che i Malatesta volevano dimenticare.
Riccardo ci racconta anche che un giorno, si è presentata alla locanda una donna vestita di nero, che ha detto di essere una veggente e una medium e di aver visto una ragazzina, Concordia, giocare nel cortile dell'Hotel. La donna gli ha detto, inoltre, di percepire una presenza nella Locanda, che segue Riccardo e lo aiuta. È forse Concordia?

L'indagine

 

Va precisato, prima di procedere, che hesperya, riguardo alla morte di Concordia per suicidio, ha avuto risultati strumentali diversi rispetto alla leggenda: in base all'interazione tramite domande con EVP e accensione dei led del K2, l'entità che si pensa possa essere Concordia, ha fatto capire di essere stata uccisa, probabilmente strangolata, nei pressi dell'antica cinta muraria, e poi gettata dalle mura, forse da un uomo che non faceva parte della sua famiglia.
L'indagine si è concentrata in due location principali, il giardino, nel punto in cui è morta Concordia, e la depandance, dove sono stati avvertiti i principali fenomeni paranormali.
Nella depandance, completamente vuota e priva di ospiti, sono state posizionate telecamere fisse ad infrarosso nelle stanze e lungo il corridoio che si trova al primo piano. In tutti gli ambienti interessati dall'indagine sono state fatte riprese video in infrarosso, fotografie in infrarosso e sessioni audio EVP.
Nello specifico la crew di hesperya ha utilizzato questa strumentazione:
- Videocamere Handycam a visione notturna
- Videocamere fisse a visione notturna
- Reflex ad infrarossi Sony DSC F828
- Reflex Canon EOS 60Da con obiettivo Canon EF28mm f/1.8
- Sensori visivi di movimento
- Registratori digitali
- Fotocamera a visione notturna con rilevatore di movimento
- K2 EMF Meter (rilevatore di onde elettromagnetiche)
- Mel Meter (rilevatore di onde elettromagnetiche e temperatura ambientale)

Anomalie riscontrate

 

Nella depandance sono state riscontrate numerose e interessanti anomalie audio e video. In particolare, solo nella Camera 204, si sono verificati molti disturbi nella ripresa della videocamera fissa in infrarosso, che si interrompono soltanto quando entriamo in stanza. Nella ripresa video, a un certo punto, si verifica un'anomalia molto singolare: la ripresa è notevolmente disturbata, lo schermo va a nero diverse volte e poi, in una frazione di secondo, compare un flash e dal fermo immagine notiamo che per un istante sulla ripresa della Stanza 204 si è sovrapposta quella di un'altra Stanza, la 203.

Sovrapposizione delle riprese cam fisse IR
Sovrapposizione delle riprese cam fisse IR

Nella Camera 204 Riccardo, la mattina dopo l'indagine, ci ha detto che si sono verificate numerose anomalie come improvvise rotture e cadute di oggetti/arredi. In questa stanza, inoltre, durante l'indagine, Katia ha accusato nausea, a Mattia bruciavano gli occhi e la reflex IR di Katia non riusciva a mettere a fuoco inquadrando dall'esterno verso l'interno della camera, mentre al contrario, dall'interno verso l'esterno sì.
Anche la handycam di Roberta ha avuto problemi di messa a fuoco all'interno della stanza.
Inoltre, un membro della crew, Mattia, alla fine di una sessione EVP fatta al piano superiore della depandance, ha riportato due lunghi graffi rossi, ben distanziati, sul collo, che prima dell'indagine non aveva assolutamente, nè può esserseli procurati da solo in nessun modo, e che sono poi spariti dopo alcuni minuti.

Graffi collo
Clicca per ingrandire
Graffi collo
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Graffi collo
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Sempre nella depandance sono stati anche catturati diversi EVP interessanti, di cui uno, in particolare, è molto significativo: si tratta di alcuni passi registrati nel corridoio, mentre tutti i membri del gruppo erano nella stessa stanza a realizzare un audio. E' la prima volta che hesperya registra un EVP in cui si sentono dei passi e in cui si ha l'assoluta certezza che non vengano da nessuna fonte esterna/interna nè da nessuno dei presenti.

Come sempre consigliamo l'uso delle cuffie per un ascolto ottimale

L’indagine è poi proseguita nel cortile, in prossimità del muro di cinta dove la storia narra sia morta Concordia e, solo in questo punto, si è registrata un'intensissima attività di anomalie elettromagnetiche (non provenienti da nessuna fonte) segnalata dall'accensione in contemporanea, e a fasi alterne, dei K2 di tutti i membri del team. L'accensione dei led avveniva anche sulla base di specifiche domande (con risposta SI/NO) inerenti la morte di Concordia, da cui abbiamo potuto evincere che Concordia non si è suicidata, ma è stata probabilmente uccisa. La straordinarietà di questa interazione, non consiste solo nel fatto che i K2 si siano accesi a volte tutti insieme e a volte alternati, e sempre negli stessi punti, ma anche che, attraverso le luci led della strumentazione, l'entità, presumibilmente Concordia, che ha interagito con noi, ha tracciato un vero e proprio percorso, che andava da una grossa anfora in un punto ad angolo del giardino, fino al muro di cinta (che dista dal vaso 3-4 metri circa) dove Concordia è morta, proprio come se volesse mostrarci, in un eterno loop, il percorso fatto nei suoi ultimi istanti di vita, rivivendo all'infinito il momento della propria morte.

Come sempre consigliamo l'uso delle cuffie per un ascolto ottimale

Inoltre, sull'originario muro di Cinta dove è morta Concordia, e soltanto in questo punto preciso, il digital recorder di Luca ha registrato una stranissima anomalia audio: un suono acuto e continuo, come se fosse prodotto da un qualche tipo di apparecchiatura o antenna, che naturalmente era assente nel cortile e nelle zone adiacenti, e di cui hesperya non sa spiegare l'origine.

Anche la Deercam (fotocamera fissa ad infrarossi che scatta immagini sequenziali di soggetti/oggetti in movimento, adeguatamente grandi; il semplice movimento di un insetto, infatti, non è sufficiente ad attivarla) ha registrato due anomalie interessanti in cortile. Posizionata sul muro di cinta più esterno, nelle vicinanze del punto in cui è probabilmente deceduta Concordia, solo in tre scatti sequenziali (su più di 100 realizzati durante l'indagine) l'infrarosso non era presente; le immagini infatti, hanno una colorazione rossastra. Un'anomalia simile era stata rilevata anche durante l'indagine in un'abitazione privata di Castrezzato (Brescia): anche qui, alcuni scatti della Deercam erano di colore rosso cupo e privi di infrarosso e la Deercam era stata posizionata nella stanza in cui avvenivano più fenomeni inspiegabili.

Collage anomalie chiusura IR
Collage anomalie chiusura IR

Un'altra significativa anomalia registrata dalla Deercam, posizionata sempre nello stesso punto della cinta muraria principale, è una striscia verticale biancastra, alta più o meno 140-150 cm, che compare in una sola immagine sequenziale: le foto precedenti e successive, realizzate a pochi secondi o frazioni di secondi l'una dall'altra, non presentano questa striatura biancastra verticale, che appare ben evidente anche dalla ripulitura del file fotografico dalla nebbia

Collage anomalia striscia bianca
Collage anomalia striscia bianca
Collage pulizia nebbia anomalia striscia
Collage pulizia nebbia anomalia striscia

Anomalia o pareidolia dovuta alla nebbia?

 

Sempre in giardino e, ancora una volta, nelle immediate vicinanze del muro dove Concordia ha presumibilmente trovato la morte, la reflex ad infrarossi di Katia cattura una figura bioluminescente femminile, di 3/4, sospesa a mezz'aria, priva della parte finale delle gambe, che sembra guardare dritta nell'obiettivo e accennare una sorta di saluto o gesto con la mano destra, le cui dita sono leggermente piegate verso l'interno del palmo.

Foto 2 - Anomalia cerchiata
Foto 2 - Anomalia cerchiata
Foto 3 - Dettaglio
Foto 3 - Dettaglio

Foto 4A - Crop
Foto 4A - Crop
Foto 5A - B/N 3D
Foto 5A - B/N 3D
Foto 6A - Contorno figura
Foto 6A - Contorno figura

Questa figura si trova esattamente nello stesso punto in cui si trova una statua di Mosè [FOTO 7-8]

Foto 7 - Collage confronto
Foto 7 - Collage confronto
Foto 7A - Distanza Mosè-Palo
Foto 7A - Distanza Mosè-Palo
Foto 8 - Confronto collage
Foto 8 - Confronto collage

Per un effetto prospettico del punto di scatto, la statua del Mosè sembra essere accanto all'albero, ma in realtà si trova accanto e sulla stessa linea d'orizzonte del primo palo della luce indicato nelle immagini [FOTO 7A]. Sia la statua che il palo distano, dal punto di scatto, circa 10-12 metri, e nel momento in cui la foto è stata scattata, c'era molta nebbia, infatti il primo palo non è più visibile [FOTO 7]. A questo riguardo, la domanda è: se non era visibile il primo palo, come poteva esserlo la statua di Mosè che si trovava accanto al palo?
La radiazione infrarossa è in grado di attraversare la nebbia, ma non quando questa è molto fitta e le distanze di scatto sono elevate (come nel caso dell'immagine in questione). Inoltre, confrontando la posa della figura bioluminescente con la posa del Mosè, questa appare molto diversa: la figura luminosa è esile, col corpo di 3/4, il viso frontale e il palmo della mano destra alzato e rivolto verso l'obiettivo, mentre la figura del Mosè è frontale, col viso parzialmente girato verso destra e un drappo gli scende lateralmente e lungo la parte posteriore delle gambe [FOTO 9]

Foto 9 - Confronto collage cerchiato
Foto 9 - Confronto collage cerchiato
Foto 10 - Sovrapposizione  Mosè-Anomalia
Foto 10 - Sovrapposizione Mosè-Anomalia

È stata fatta anche una sovrapposizione tra la figura luminosa e il Mosè, entrambe sono state ridotte alle stesse dimensioni, per vedere quanti punti combaciassero e, come si può notare dall'immagine di confronto, non solo le due figure non combaciano, ma la figura luminosa sembra anche più piccola in altezza del Mosè [FOTO 10].
Non è stato possibile purtroppo, in questo caso, ripetere la foto per la grande distanza geografica tra Brescia e Montescudo.

Quindi, le ipotesi possibili sono due: o la figura luminosa non è altro che una pareidolia dovuta alla nebbia della statua del Mosè, oppure, la figura bioluminescente è una reale anomalia che è comparsa vicino all'albero (quindi a circa 5-6 metri e non a 10-12 metri come la statua) e prospetticamente si trova solo davanti al Mosè, ma non alla sua stessa distanza. Il dubbio rimane, e ogni ipotesi è possibile.

Dati EXIF Foto Anomalia Figura (ore 23:13:17):
f/2
Tempo di esposizione 1/10 sec.
ISO 1600
Distanza Focale 7mm
Nessun Flash

La Crew di hesperya ringrazia il Sig. Riccardo Lanzafame per la grande cortesia e disponibilità, e per averci permesso di arricchire la nostra ricerca con importanti prove. Attualmente anche Riccardo, ultimo proprietario della locanda, è stato costretto a chiudere per una serie di problematiche tra cui il crollo del muro della balconata dell'ingresso principale.