Ex Orfanatrofio in prov. di Brescia

Data: 24 Giugno 2012

di Roberta Faliva


La stanza andata in fiamme
La stanza andata in fiamme

Poche sono le certezze riguardo a questo luogo: un edificio degli anni ’60, ora in stato di abbandono, ex orfanatrofio gestito al tempo da un ordine di suore e successivamente colonia estiva fino alla chiusura definitiva nel 1992. La storia di questo luogo è davvero misteriosa. Al tempo trapelarono notizie di strani fatti che riguardavano abusi e strani riti dietro quelle mura apparentemente tranquille e serene. Scattarono delle denunce e alcuni giornali parlarono di questi avvenimenti, tanto che controlli più assidui portarono all’allontanamento dalla struttura di alcune persone, e non solo adulti. Ed è proprio qui che comincia la parte più oscura della storia: la notte del 19 novembre 1977 in quella casa divampò un incendio causato, stando a ciò che scrissero i giornali, da un cortocircuito. atore sentirete, purtroppo, in sottofondo dei campanacci di mucche al pascolo.

 

Differenti furono però le voci che si sparsero tra la gente: c’è chi dava la colpa a una stufa, chi parlò di ritorsione ai danni di qualche figura troppo compromessa, chi menzionò persino il fenomeno dell’autocombustione. Fatto sta che in quella notte 5 dei 27 bambini subirono delle ustioni, una suora venne salvata con qualche ferita e una bambina rimase uccisa. Il suo nome era Lucilla e aveva 11 anni. Alcuni raccontarono che non riuscì a svegliarsi in tempo, altri dissero che urlò inutilmente aiuto. Rimane il fatto che chi ancora oggi entra in quelle stanze racconta di percepire sensazioni spiacevoli e di sentire un pianto infantile. Può essere una leggenda e può giocare un ruolo importante anche la suggestione, anche se tra quelle camere ve ne è una completamente bruciata atto fatto, dicono, dai ragazzi della zona a perenne monito per non dimenticare.

La nostra indagine nell’ex orfanatrofio è iniziata nel tardo pomeriggio con il supporto dei nostri strumenti: K2, rilevatore EMF, registratore digitale, videocamere e fotocamere. Dopo una prima ispezione del luogo abbiamo iniziato le rilevazioni.

Primo fatto anomalo riscontrato è stato la visone di un’ombra molto particolare. Il nostro collaboratore Stefano stava scattando delle fotografie quando, nel momento di mettere a fuoco, vede attraverso il mirino della macchina un’ombra che attraversa tranquillamente il corridoio. La descrizione del fenomeno è davvero singolare: la sagoma vista ricorda perfettamente quella di una suora.

Secondo fatto anomalo è stato rilevato in una stanza all’ultimo piano dell’edificio. Dopo una sessione di EVP il K2 si è inspiegabilmente acceso fino a metà scala. 

La terza anomalia si è verificata nella stanza bruciata. Tutti i partecipanti all’indagine erano presenti mentre si stavano effettuando rilevamenti. Improvvisamente si sono sentiti dei passi fuori nel lungo corridoio che porta alla camera ma, subito usciti per controllare, non si è trovato nulla che potesse aver provocato tale rumore.

Infine l’ultima anomalia si è riscontrata nell’analisi delle registrazioni. In un EVP si sente chiaramente un colpo al termine della domanda “Puoi darci un segno della tua presenza?” per poi proseguire con un rumore associabile ad un lamento.

 

Qui di seguito potete ascoltare il particolare della registrazione EVP sopra descritta (si consiglia l’ascolto con l’uso delle cuffie); data la sensibilità del microfono del registratore sentirete, purtroppo, in sottofondo dei campanacci di mucche al pascolo.

(Foto di Stefano Urso)