di Roberta Faliva Non c'è più traccia dei merli e degli spalti di Castel Romano, ma fra i ruderi si mostra ancora lo spettro della cosiddetta Contessa Dina, la cui storia ripete il motivo delle perversioni sessuali, degli amplessi occasionali con passanti e sconosciuti, mandati a morte dalla nobildonna subito dopo la congiunzione carnale.