di Emanuela Galvani e Mattia Laude
Branca Doria era un uomo ambizioso e non solo sognava il potere, il rispetto degli altri, ma soprattutto aspirava ad una cosa: incutere paura nel prossimo. Oltre che
ambizioso, era anche totalmente privo di scrupoli.
Faceva già parte di una delle più nobili e antiche famiglie di Genova e come se ciò non bastasse sposò Caterina Zanche, una ragazzina
di appena sedici anni, timida e remissiva. Ma Caterina era anche la figlia di Michele Zanche, governatore del Logudoro in Sardegna, e di Bianca Lancia. Branca Doria ambiva proprio al titolo
nobiliare di suo suocero.
Branca Doria agì con lucida freddezza.
Attese il momento di un banchetto luculliano, tenutosi nella tenuta di Nurra. Aspettò l’attimo in cui Michele
Zanche era più vulnerabile, presumibilmente dopo aver bevuto qualche bicchiere di troppo e lo fece uccidere a tradimento da un sicario. Era presente solo suo cugino Barisone Doria.
Mancava solo un ultimo tassello: far sparire il corpo del suocero assassinato. Branca Doria non esitò: fece tagliare il cadavere in tanti pezzi, per poi nasconderli
accuratamente.
Adesso le sue ambizioni non avevano più alcun ostacolo. Ma per una scherzo del destino, anche Branca Doria morì di morte violenta: fu catturato durante una sommossa
a Sassari nel 1323, e brutalmente giustiziato.
Un fantasma dalle mani insanguinate.... Indossa una lunga tunica color porpora... Attraversa la piazza dove sorge la chiesa.... Entra poi nella chiesa stessa. E si
dirige sempre verso la stessa colonna. È qui che scompare.
Ed è su questa colonna che vengono poi ritrovate delle inspiegabili tracce di sangue.
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