di Roberta Faliva
Nel mese di giugno del 1947, frenetici messaggi in codice Morse provenienti dal cargo olandese Ourang Medan furono ricevuti dal molte navi. Il messaggio inviato era il seguente: “Tutti gli ufficiali, tra cui il capitano, sono distesi morti in sala nautica e sul ponte. Forse tutto l'equipaggio è morto”.
Un secondo messaggio venne ricevuto poco dopo, questa
volta una voce alla radio semplicemente affermò: “Muoio”. Postazioni di ascolto olandesi e britanniche furono in grado di triangolare la posizione e tentare il
salvataggio della Ourang Medan. Dopo diverse ore la Silver Star arrivò sulla scena, si riunì una piccola squadra che salì a bordo dell’apparentemente integra Ourang Medan. Prima di tutto si
diressero al ponte dove trovarono una radio che suonava, diversi membri dell’equipaggio, tra cui il capitano, morti. Molti altri cadaveri vennero scoperti sul ponte di carico, tra cui un cane in
piedi sulle quattro zampe, congelato, nell’atteggiamento di ringhiare.
Nessun sopravvissuto fu ritrovato a bordo, ma la cosa più inquietante fu la natura dei corpi: tutti congelati con il viso rivolto verso il sole, con le braccia tese, le bocche spalancate e uno
sguardo di immenso terrore su tutte le loro facce. Nella sala comunicazioni venne ritrovato l'autore dei messaggi di SOS, anche lui morto, con la mano ancora sul Morse, gli occhi spalancati e i
denti scoperti. Stranamente, non furono trovate traccia di ferite o lesioni sui corpi. L'equipaggio della Silver Star tentò di entrare nel vano di carico, ma una piccola esplosione da una fonte
sconosciuta scatenò il fuoco. Gli uomini furono costretti ad abbandonare la nave. In pochi minuti la Ourang Medan affondò nelle profondità del fondale oceanico.
Il destino della Ourang Medan e il suo equipaggio rimangono un mistero. Alcuni affermarono che la causa sia riconducibile ai pirati che hanno ucciso l'equipaggio e sabotato la nave, anche se
questo non spiega le smorfie terrorizzate, i corpi congelati e la mancanza di lesioni sui cadaveri. Altri sostennero che le nubi di metano o di altri gas nocivi naturali, a contatto con il
materiale chimico trasportato dalla nave, dorebbero essere la motivazione del disastro. Infine, altre cause vengono ricondotte all’ambito del paranormale, in particolare entità e
fantasmi.
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