Casa Matusita

di Roberta Faliva


A Lima esiste una casa che, secondo gli abitanti della cittá, risulta essere la piú infestata di tutto il paese. La storia racconta infatti che in passato fu luogo di numerose morti misteriose ed agghiaccianti.

La casa prende il nome dal suo ex proprietario ormai defunto, il Signor Matsushita, il cui cognome giapponese venne poi storpiato dai peruviani in Matusita.
Da oltre 50 anni si dice che nessuno abbia osato avventurarsi all'interno dell'abitazione e che in passato chi ha provato a farlo sia morto o uscito gridando dal terrore. Le finestre sono state murate in quanto si dice che ogni tanto le stesse di aprivano misteriosamente da sole.
Il contesto in cui si sorge la casa Matusita lascia molto a pensare. Sin dai tempi dell'inquisizione la piazza vicina alla casa fu teatro di orribili esecuzioni ecclesiastiche. Inoltre le storie che si raccontano sui precedenti proprietari e sulle loro morti sono avvolte dal mistero. Il primo proprietario era un nobile il quale aveva atteggiamenti iracondi nei confronti della sua servitù. Egli godeva nel maltrattare i poveri servi, ma un giorno due servitori si stancarono delle sue crudeltà e, proprio in occasione di un ricevimento, decisero di mettere delle droghe nel brodo da servire agli invitati. Il risultato fu mostruoso: i servitori trovarono tutti morti poiché, sotto l’effetto delle sostanze, gli ospiti si erano massacrati tra di loro e il sangue si era sparso ovunque.
Successivamente la casa venne acquistata da un uomo benestante giapponese, dove visse insieme alla moglie per alcuni anni. L'uomo nutriva per la consorte un amore morboso, tanto che la donna fu spinta a tradirlo. Un giorno il marito sorprese la moglie in compagnia del proprio amante e la sua reazione fu estrema: uccise con una spada l'amante e poi la moglie. Non contento di ciò, uccise anche il suo primo figlio nella culla per poi suicidarsi.
Dopo qualche decennio la casa venne acquistata dal Signor Matsushita e da allora le manifestazioni si sono susseguite nel tempo. Lo stesso Matsushita dichiarò che una sera, mentre lavorava fino a tardi nel suo negozio al piano terra, all'improvviso si ritrovò il fantasma di un uomo che impugnava una spada davanti a sè. Spaventato corse fuori e giurò a sè stesso che non ci sarebbe più rientrato, lasciando così vuota la casa.

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