di Roberta Faliva
Un giorno un giovane pescatore, ancorata a riva la sua barca carica del pescato del giorno, si mise ad aspettare l'arrivo dei suoi aiutanti e nell’attesa si addormentò.
La corrente del fiume trascinò lentamente la sua imbarcazione in acqua e soltanto quando questa urtò uno
scoglio, l'uomo si svegliò improvvisamente. Era però ormai troppo tardi, la barca si stava inesorabilmente avvicinando alla cascata e al giovane non rimaneva altro
da fare che aggrapparsi e pregare. Destino volle che, miracolosamente, il pescatore riemerse illeso dalle perigliose acque. Il giorno seguente raccontò a tutti la sua avventura, ma la gente non
gli credeva e lo additava come impostore. Il pescatore, offeso dall’atteggiamento della gente, disse che avrebbe ripetuto l’impresa per convincere della sua sincerità: se era riuscito a
sconfiggere le cascate del Reno nel sonno, non avrebbe avuto difficoltà a cavarsela in stato di veglia. Il giorno seguente il pescatore andò di nuovo sulla riva presso le cascate del Reno. Le
persone che assistettero alla sua impresa raccontarono di aver visto la sua barca vacillare fra le sporgenze rocciose e venire inghiottita da un'enorme massa d'acqua. Il Reno restituì soltanto
alcuni detriti dell'imbarcazione di legno, ma del cadavere dell'uomo nessuna traccia. Il pescatore era stato vittima, come molti altri prima di lui, di un insidioso vortice sotto le
cascate.
Da quel giorno sul fiume, nelle notti di luna piena, è ancora possibile intravedere la sagoma spaventosa del pescatore, che lotta con furia le onde a bordo della sua piccola barca, per poi
scomparire nel profondo delle acque della cascata senza lasciare alcuna traccia.
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