di Emanuela Galvani e Mattia Laude
Quando cala il sole cedendo il suo posto alla luna, tra i ruderi del Castello di Segonzano, si può scorgere, ancora oggi, una piccola creatura passeggiare.
I contadini non si preoccupano della strana presenza, ossia del fantasma
chiamato Picena.
Nella valle si parla ancora di lui e della sua triste storia. Esisteva infatti uomo di bassa statura, di professione sarto, che lavorava presso i baroni del
castello di Segonzano. Quest'uomo, che veniva chiamato 'El Picena' per la sua statura, era molto caro alla baronessa ma quando questa scoprì che era ateo tentò di convincerlo a convertirsi. Lui
rifiutò e nonostante l'insistenza della donna, El Picena scappò via inseguito dalle guardie. Per fuggire si arrampicò su un fico cresciuto su uno strapiombo. Il ramo su cui era salito però si
spezzò facendo cadere El Picena sulle rocce sottostanti. L'ometto, morente, strisciò fino ad una piccola grotta lì vicino dove si addormentò per sempre. Ma il suo spirito ancora vaga senza pace
nelle notti illuminate dalla luce argentea della luna, in cerca di qualcuno che lo possa convertire permettendo così di raggiungere la pace eterna.
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