Missouri State Penitentiary: una Condanna Eterna

di Roberta Faliva


Nel 1888 era stato definito il carcere più grande del mondo perché occupava più isolati. Nel 1967, invece, venne descritto come l'area di 47 acri più sanguinosa d'America.

l'imponente ingresso del penitenziario
l'imponente ingresso del penitenziario

Tanti sono i segreti racchiusi tra le mura del Missouri State Penitentiary di Jefferson e tante le storie di violenza e di sangue che si sono consumate in 168 anni: dalla sua fondazione nel lontano 1836 al 2004, quando venne chiuso perché ricordava a tutti un passato oscuro di condizioni invivibili, sovraffollamento e rivolte.
Nel carcere di massima sicurezza hanno vissuto e sofferto decine di migliaia di detenuti, molti dei quali condannati per i crimini più efferati: dai serial killer a rapinatori colpevoli di aver ucciso agenti di polizia, da assassini di bambini a stupratori.
Si calcola che le morti, almeno quelle accertate, all'interno della prigione siano state 3 mila, tra risse, regolamenti di conti e rivolte. Nel braccio della morte furono inoltre compiute 40 esecuzioni, prima per impiccagione e poi tramite camera a gas.

un'ala del penitenziario
un'ala del penitenziario

Tante morti violente non potevano non rendere il carcere uno dei luoghi più infestati dagli spiriti. Molti testimoni, negli anni, hanno assicurato di essersi imbattuti in fantasmi di detenuti che si aggiravano tra celle di isolamento, mense e officine. Spiriti dannati che nemmeno la morte ha permesso loro di evadere dal carcere di massima sicurezza.
Uno di questi incontri è stato raccontato da Roger Boyd, un'ex guardia carceraria. In una fredda notte del 1976, Boyd stava facendo il suo solito giro dell'alba in una delle strutture del carcere costruita durante la Grande Depressione dove non si trovavano detenuti. Mentre saliva le scale sentì dei passi che lo seguivano e girandosi vide un fascio di luce spostarsi rapidamente e scomparire nel nulla.
Qualcuno si è trovato, invece, di fronte a file di fantasmi con la classica tuta a righe, che camminavano col braccio appoggiato sulla spalla del compagno davanti.


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