La Leggenda dell'Isola di Poveglia

di Roberta Faliva


Negli anni in cui a Venezia si diffuse la terribile epidemia di Peste Nera, la città si trasformò ben presto in una fabbrica di cadaveri.

isola di Poveglia
isola di Poveglia

I cittadini, nel tentativo di sistemare la cosa, decisero di utilizzare Poveglia come una sorta di lazzaretto, trasportando sull’isola non solo i cadaveri, ma anche i moribondi e, quando la paura della malattia degenerò in isteria collettiva, perfino le persone che mostravano solo i primi sintomi: venivano strappate a forza dalla loro casa e condotte a Poveglia, da dove non avrebbero fatto più ritorno.
Successivamente, nel 1922 l’isola venne destinata a sede per un ospedale psichiatrico: un edificio imponente con una bellissima torre campanaria. Ben presto, però, i pazienti cominciarono ad affermare di aver visto i fantasmi degli appestati e udito mormorii provenire dalle pareti; ovviamente, trattandosi dei resoconti di malati di mente, non vennero minimamente presi in considerazione.
Il direttore dell’ospedale era un medico ambizioso, deciso a scoprire le cause della follia.
Per far ciò si avvaleva di trattamenti a dir poco rozzi che più che a metodi scientifici assomigliavano a delle vere e proprie torture.

una foto aerea dell'isola
una foto aerea dell'isola

Per diversi anni, quindi, egli perseguì nelle sue scellerate ricerche, del tutto incurante delle sofferenze che infliggeva ai suoi pazienti.
Questo finché anch’egli non iniziò a vedere gli spiriti degli appestati che, si dice, un giorno lo condussero sopra la torre campanaria, spingendolo a gettarsi nel vuoto; secondo la testimonianza di un’infermiera non morì subito ma, ancora agonizzante, venne avvolto da una nebbiolina che gli s’insinuò nelle narici, soffocandolo.
Dopo quest’ultimo orrore, l’ospedale fu chiuso e l’isola rimase disabitata.
Benché chiusa ai turisti, qualche anno fa una famiglia era riuscita ad ottenere il permesso di visitarla per valutarla come eventuale sede di una casa per le vacanze, ma prima che facesse notte, l’abbandonò di colpo senza dare spiegazioni. L’unica cosa che si sa è che sul volto della figlia c’era una lacerazione che aveva richiesto ben quattordici punti di sutura.
Infine, una persona si arrischiò anche a spingersi fin dentro l’ospedale deserto, e rimase sconvolta sentendosi dire da una voce invisibile: “Vada subito via e non torni mai più”.
Leggenda o realtà? Indipendentemente da questo Poveglia è un luogo che emana un'aurea sinistra a ricordo del dolore di cui è stata testimone per tanto tempo.


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