Il Castello di Monselice

di Emanuela Galvani e Mattia Laude

 

Il 22 dicembre 1350 il Consiglio di Padova conferì la signoria a Giacomino e Francesco Carrara: eredi della potente famiglia che completò, tra l'altro, le mura della città di Monselice.

la facciata de castello
la facciata de castello

Zio e nipote si trovarono, per volontà del popolo, insieme a governare Padova, ma tra i due non correva buon sangue. Francesco accusò Giacomino di tradimento per accordi segreti con la Repubblica di Venezia e nel 1935 ordinò che fosse imprigionato in un sotterraneo del castello di Monselice.
L'amante dello sfortunato principe, Giuditta, non si arrese alle disavventure politiche di Giacomino. Inutilmente tentò di incontrare in carcere il principe carrarese, ma il capitano del castello di Monselice negò qualsiasi permesso. Disperata, la donna alla fine riuscì a corrompere alcune guardie e con qualche ingegnoso tranello riuscì a vedere, per qualche minuto, il suo sventurato amante rinchiuso in un buio sotterraneo del castello: senza finestre né porte. La corruzione della donna alla fine fu scoperta e anch'essa fu rinchiusa in una cella del castello di Monselice. Il signore di Padova Francesco, informato dell'accaduto e sospettando che la donna fosse un agente segreto veneziano, ordinò che Giacomino fosse lasciato morire di fame e di sete nella sua buia prigione. L'ordine fu subito eseguito dalle guardie che chiusero con grossi mattoni l'apertura del sotterraneo.

una sala della torre
una sala della torre

Nei giorni successivi, intuendo il suo destino, Giacomino urlò il suo dolore nella speranza di comunicare con la sua amata che condivideva la stessa pena poco lontano. Le grida dei due amanti erano talmente forti che molti monselicensi chiesero pietà per i due prigionieri, ma oramai il loro destino era segnato e dopo poche settimane la morte pose fine alla loro vita terrena. Alla fine anche castello ebbe pietà dei loro corpi e li nascose dentro le sue possenti mura, per evitare che le ossa fossero disperse dalle guardie. Ma le grida di dolore non cessarono con le loro morti anzi....Il fantasma di Giacomino vaga ancora tra le mura del castello alla ricerca della sua Giuditta, mentre il vento, nelle notti di burrasca, porta ancora i suoi lamenti strazianti... Anche il fantasma dell'amata vaga in cerca di Giacomino.


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